Le conclusioni degli analisti: l'euro si deprezzerà nel 2025

Nelle ultime settimane è aumentata la preoccupazione tra investitori e analisti riguardo alla tenuta del valore dell’euro. Secondo le più recenti previsioni degli esperti, la valuta europea potrebbe subire un ulteriore calo nei prossimi mesi a causa di una combinazione di fattori economici, geopolitici e finanziari che continuano a pesare sulla stabilità dell’Eurozona.

Fattori economici: lenta ripresa post-pandemica e inflazione

Uno dei principali elementi che stanno indebolendo l’euro è l’incertezza economica persistente in Europa. La crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19 ha colpito duramente molti Paesi europei, con un impatto duraturo:

La crescita del PIL europeo nel 2023 è stata solo dell'1,2%, al di sotto delle previsioni di inizio anno.

La disoccupazione in alcuni Paesi come Spagna e Italia rimane elevata, con un tasso rispettivamente del 12,3% e del 7,8%, ben al di sopra della media UE del 6,1%.

L’inflazione sta mettendo sotto pressione il potere d’acquisto delle famiglie: a febbraio 2024, il tasso di inflazione nell’Eurozona ha toccato il 2,6%, con picchi superiori al 3% in alcuni Stati membri come Germania e Francia.

Lacrisi energetica globale ha ulteriormente aggravato la situazione. La dipendenza energetica europea da gas e petrolio esteri, combinata con l’aumento dei costi delle materie prime, ha creato nuove sfide economiche. Ad esempio, il prezzo del gas naturale in Europa è salito del 40% rispetto all'anno precedente, pesando sui bilanci di famiglie e imprese.

Fattori geopolitici: Brexit e tensioni globali

Sul fronte geopolitico, diverse dinamiche stanno influenzando il valore dell’euro:

La Brexit continua ad avere effetti a lungo termine. Le esportazioni verso il Regno Unito sono diminuite di oltre il 15% rispetto ai livelli pre-Brexit, e le nuove barriere commerciali hanno complicato gli scambi economici tra l’UE e Londra.

Le tensioni tra l’Occidente e la Russia, unite ai conflitti in Medio Oriente, stanno generando instabilità sui mercati globali. L’euro viene spesso percepito come una valuta “rischiosa” in periodi di incertezza geopolitica, spingendo gli investitori verso il dollaro statunitense o il franco svizzero, considerati “beni rifugio”.

La crescita economica degli Stati Uniti ha reso il dollaro più attraente. Nel 2023, l’euro ha perso oltre il 6% del suo valore rispetto al dollaro USA, raggiungendo un minimo di 1,05 dollari per euro.

Le sfide interne all’Eurozona: debito pubblico e crisi finanziarie

L'Eurozona deve affrontare anche criticità interne, come il crescente debito pubblico in alcuni Stati membri:

Il debito pubblico italiano ha raggiunto il 144,6% del PIL, uno dei più alti in Europa. Anche Grecia e Spagna presentano livelli elevati di indebitamento.

I timori di una nuova crisi bancaria sono aumentati dopo i casi di insolvenza di istituti minori in Germania e Austria, che hanno sollevato dubbi sulla solidità complessiva del sistema finanziario europeo.

Cautela e ottimismo: il ruolo della BCE

Nonostante queste sfide, alcuni analisti mantengono un cauto ottimismo. La Banca Centrale Europea (BCE) ha ribadito il proprio impegno nel garantire la stabilità finanziaria dell’Eurozona:

Nel 2023, la BCE ha aumentato i tassi di interesse fino al 4,5% per contrastare l’inflazione, un’azione che, pur generando preoccupazioni per una possibile recessione, è considerata fondamentale per la ripresa dell’euro.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’economia europea potrebbe stabilizzarsi nel 2024-2025, con una crescita prevista del 1,6% entro la fine del prossimo anno.

Raccomandazioni per investitori e analisti

Il futuro dell’euro rimane incerto, influenzato da un contesto globale in continuo mutamento. Per gli investitori, è essenziale monitorare alcuni fattori chiave nei prossimi mesi:

    L’evoluzione dell’inflazione e delle politiche monetarie della BCE.

    La crescita economica negli Stati Uniti e in Cina, che potrebbero continuare a influenzare negativamente la forza dell’euro.

    La stabilità politica in Paesi critici come Italia e Francia, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.

Nelle ultime settimane, la preoccupazione per la stabilità dell’euro ha continuato a crescere, con analisti, investitori e leader politici che monitorano con attenzione i movimenti della valuta europea. Le proiezioni per i prossimi mesi dipingono un quadro complesso, caratterizzato da un mix di fattori economici, geopolitici e finanziari che esercitano pressioni significative sull’euro. Secondo un recente rapporto della Deutsche Bank, l’euro potrebbe perdere fino al 7% del suo valore entro la fine del 2024 se non verranno risolte alcune criticità economiche e politiche.

Declino dell'euro: uno sguardo alle cause principali

1. Crescita economica debole nell’Eurozona

L’economia europea fatica a riprendersi rispetto ad altre grandi economie globali:

Secondo i dati dell’Eurostat, il PIL dell’Eurozona è cresciuto solo del 0,4% nel primo trimestre del 2024, a fronte di una crescita del 1,6% negli Stati Uniti e del 5,2% in Cina.

La Germania, tradizionalmente il motore economico europeo, ha registrato una contrazione dello 0,3% nel quarto trimestre del 2023, entrando ufficialmente in recessione tecnica.

"Se la Germania non riprende slancio entro la fine dell'anno, l’euro subirà un impatto diretto," ha dichiarato Janet Muller, capo economista presso BNP Paribas. La combinazione di inflazione elevata e stagnazione economica (stagflazione) potrebbe frenare ulteriormente la ripresa dell’intera Eurozona.

2. Inflazione persistente e politiche monetarie della BCE

L’inflazione nell’Eurozona, pur scesa dal picco del 10,6% nell’ottobre 2022, rimane superiore ai target della Banca Centrale Europea (BCE):

A marzo 2024, l’inflazione si è attestata al 2,8%, ancora oltre l’obiettivo del 2% fissato dalla BCE. In Paesi come la Germania e i Paesi Bassi, l’inflazione ha raggiunto punte del 3,5%.

La BCE, guidata da Christine Lagarde, ha mantenuto i tassi d’interesse al 4,5%, ma ciò ha aggravato il costo del credito per famiglie e imprese.

"Una politica monetaria restrittiva è necessaria per controllare l’inflazione, ma rischia di frenare ulteriormente la crescita economica," ha affermato Mario Cavalli, analista di HSBC.

3. La competizione del dollaro statunitense

Il dollaro USA continua a guadagnare forza, spinto dalla crescita economica robusta negli Stati Uniti e dalle politiche aggressive della Federal Reserve:

Nel 2023, il dollaro si è rafforzato del 6,5% rispetto all’euro, e la tendenza sembra destinata a proseguire nel 2024.

Il rendimento dei titoli di Stato americani a 10 anni si aggira attorno al 4,3%, attirando investitori globali alla ricerca di rendimenti sicuri e stabili.

"Il dollaro rimane la valuta rifugio globale, specialmente in tempi di incertezza geopolitica ed economica," sostiene John Williams, governatore della Federal Reserve. Questo rende più difficile per l’euro competere sui mercati valutari internazionali.

4. Incertezze geopolitiche: Russia, Medio Oriente e tensioni commerciali

Le tensioni geopolitiche globali stanno influenzando negativamente l’euro, aggravando le percezioni di rischio sui mercati europei:

La guerra in Ucraina ha interrotto importanti flussi energetici, portando a un aumento dei costi energetici del 40% dal 2022.

La crisi nel Mar Rosso ha rallentato le rotte commerciali europee, facendo aumentare i costi del trasporto marittimo del 15% nei primi mesi del 2024.

Le dispute commerciali con la Cina, soprattutto nel settore delle auto elettriche, potrebbero costare all’UE oltre 12 miliardi di euro in perdite entro il 2025, secondo un rapporto di Bloomberg Economics.

Questi fattori hanno rafforzato l’incertezza economica, spingendo gli investitori verso valute più sicure come il dollaro USA e il franco svizzero.

Le dichiarazioni dei leader politici europei

Emmanuel Macron, presidente francese, ha recentemente sottolineato l'importanza di un piano congiunto per la stabilità economica:
"L’Europa deve rafforzare il proprio mercato interno e ridurre la dipendenza economica da fattori esterni. L'euro è un pilastro dell’unità europea e dobbiamo proteggerlo."

AncheGiorgia Meloni, premier italiana, ha evidenziato la necessità di politiche fiscali più equilibrate tra gli Stati membri:
"Paesi come l’Italia non possono affrontare da soli il peso del debito e dell’inflazione. Serve un coordinamento europeo più incisivo."

Ottimismo e soluzioni: la risposta dell’Europa

Nonostante le difficoltà, alcuni esperti ritengono che l’euro abbia ancora margini di recupero:

La BCE ha annunciato l’introduzione di un piano di sostegno per le piccole e medie imprese europee, un settore chiave che rappresenta il 58% del PIL dell’UE.

Secondo Goldman Sachs, l’euro potrebbe risalire fino a 1,10 dollari entro fine 2024 se l’Eurozona riuscirà a stabilizzare la crescita economica.

La transizione verde europea potrebbe portare1.000 miliardi di euro di investimenti entro il 2030, rafforzando la competitività dell’Eurozona.

Il futuro dell’euro rimane delicato, influenzato da una combinazione di fattori interni ed esterni. Il 2025 sarà un anno decisivo per la valuta europea: l’andamento dell’inflazione, la risposta della BCE e le tensioni geopolitiche globali saranno elementi chiave da monitorare.
Gli investitori e analisti dovranno restare vigili e informati, adottando strategie di gestione del rischio per affrontare i mercati volatili e cogliere eventuali opportunità di ripresa.